Il modello di project management ha subito negli ultimi anni un cambiamento nella direzione di un approccio maggiormente collaborativo, mentre nel passato era focalizzato essenzialmente sulla mera ‘gestione’, che implica una visione della conduzione dei progetti di tipo “top down”. In questo vecchio schema il quadro complessivo del progetto era appannaggio di poche persone poste al vertice dell’organizzazione, che pianificavano il progetto ed assegnavano alle varie risorse del team le attività da completare. Non era previsto né consentito che queste risorse prendessero decisioni e forse poteva anche accadere che nemmeno avessero ben chiari i possibili effetti del loro specifico lavoro sul progetto nel suo complesso. In un quadro di questo tipo, le uniche informazioni che il singolo individuo del team doveva conoscere erano quelle relative alle attività che doveva portare avanti.
Questo stile di Project Management funziona però solo in ambienti in cui i prodotti e i processi sono di tipo ripetitivo, ma per la maggior parte dei progetti oggi tale assunto non appare più valido, a causa del rapido e costante progresso tecnologico, della globalizzazione del business, del rilevante turn over del personale e della presenza sempre più diffusa di team distribuiti, cioè dislocati in sedi e addirittura in aree geografiche diverse.
Per questo motivo nel campo del Project Management si parla ormai moltissimo di collaborazione.
La collaborazione è il processo in virtù del quale due o più persone o organizzazioni lavorano insieme per realizzare obiettivi comuni. La collaborazione è molto simile alla cooperazione, ma comporta un allineamento molto più stretto.
I metodi strutturati di collaborazione incoraggiano il comportamento introspettivo e la comunicazione. Questi metodi puntano specificamente ad aumentare il successo dei team, in quanto attuano la tecnica del problem solving di gruppo. In queste situazioni sono particolarmente utili moduli, rubriche, tabelle e grafici per documentare in modo oggettivo le caratteristiche personali di ciascun membro con l’obiettivo di migliorarne le prestazioni nei progetti attuali e futuri.
In SCRUM – la metodologia di Project Management Agile largamente più diffusa – la collaborazione rappresenta addirittura uno dei sei principi guida per l’applicazione del framework, da utilizzare obbligatoriamente in tutti i progetti portati avanti con tale metodo. Questo principio si focalizza sulle tre dimensioni fondamentali connesse al lavoro collaborativo, vale a dire consapevolezza, articolazione e appropriazione e promuove inoltre la gestione del progetto come “processo condiviso di creazione del valore nel quale i team lavorano e interagiscono insieme per realizzare il massimo valore1. La collaborazione, secondo il framework SCRUM, non consiste dunque nella semplice somma del lavoro dei vari membri di un team – come avviene per la cooperazione – ma si realizza quando “un team lavora insieme per trarre vantaggio dai reciproci contributi allo scopo di produrre qualcosa di più grande2.
L’attuazione del principio collaborativo porta, sempre secondo la pienamente condivisibile filosofia di SCRUM, grandissimi benefici, fra i quali la riduzione al minimo delle richieste di modifica, la mitigazione dei rischi, un notevole aumento dell’efficienza e il miglioramento continuo.
Nell’attuale fase di sviluppo della collaborazione troviamo nuove modalità e strumenti di comunicazione, gestione e accesso ai contenuti, alle informazioni e cooperazione che promettono il rapido miglioramento del time to market, un aumento della flessibilità, nonché maggiore efficienza e riduzione dei costi.
Oggi sul mercato delle piattaforme collaborative sono presenti molte e diverse soluzioni tecnologiche, che coprono le molteplici e crescenti esigenze delle organizzazioni. La scelta dello strumento tecnologico più adeguato a centrare gli obiettivi che l’azienda si prefigge rappresenta un punto particolarmente critico, perché si tratta di individuare correttamente i parametri chiave, mettendo in atto un delicato un processo di change management.

Lo Staff di PME

Il modello di project management ha subito negli ultimi anni un cambiamento nella direzione di un approccio maggiormente collaborativo, mentre nel passato era focalizzato essenzialmente sulla mera ‘gestione’, che implica una visione della conduzione dei progetti di tipo “top down”. In questo vecchio schema il quadro complessivo del progetto era appannaggio di poche persone poste al vertice dell’organizzazione, che pianificavano il progetto ed assegnavano alle varie risorse del team le attività da completare. Non era previsto né consentito che queste risorse prendessero decisioni e forse poteva anche accadere che nemmeno avessero ben chiari i possibili effetti del loro specifico lavoro sul progetto nel suo complesso. In un quadro di questo tipo, le uniche informazioni che il singolo individuo del team doveva conoscere erano quelle relative alle attività che doveva portare avanti.
Questo stile di Project Management funziona però solo in ambienti in cui i prodotti e i processi sono di tipo ripetitivo, ma per la maggior parte dei progetti oggi tale assunto non appare più valido, a causa del rapido e costante progresso tecnologico, della globalizzazione del business, del rilevante turn over del personale e della presenza sempre più diffusa di team distribuiti, cioè dislocati in sedi e addirittura in aree geografiche diverse.
Per questo motivo nel campo del Project Management si parla ormai moltissimo di collaborazione.
La collaborazione è il processo in virtù del quale due o più persone o organizzazioni lavorano insieme per realizzare obiettivi comuni. La collaborazione è molto simile alla cooperazione, ma comporta un allineamento molto più stretto.
I metodi strutturati di collaborazione incoraggiano il comportamento introspettivo e la comunicazione. Questi metodi puntano specificamente ad aumentare il successo dei team, in quanto attuano la tecnica del problem solving di gruppo. In queste situazioni sono particolarmente utili moduli, rubriche, tabelle e grafici per documentare in modo oggettivo le caratteristiche personali di ciascun membro con l’obiettivo di migliorarne le prestazioni nei progetti attuali e futuri.
In SCRUM – la metodologia di Project Management Agile largamente più diffusa – la collaborazione rappresenta addirittura uno dei sei principi guida per l’applicazione del framework, da utilizzare obbligatoriamente in tutti i progetti portati avanti con tale metodo. Questo principio si focalizza sulle tre dimensioni fondamentali connesse al lavoro collaborativo, vale a dire consapevolezza, articolazione e appropriazione e promuove inoltre la gestione del progetto come “processo condiviso di creazione del valore nel quale i team lavorano e interagiscono insieme per realizzare il massimo valore1. La collaborazione, secondo il framework SCRUM, non consiste dunque nella semplice somma del lavoro dei vari membri di un team – come avviene per la cooperazione – ma si realizza quando “un team lavora insieme per trarre vantaggio dai reciproci contributi allo scopo di produrre qualcosa di più grande2.
L’attuazione del principio collaborativo porta, sempre secondo la pienamente condivisibile filosofia di SCRUM, grandissimi benefici, fra i quali la riduzione al minimo delle richieste di modifica, la mitigazione dei rischi, un notevole aumento dell’efficienza e il miglioramento continuo.
Nell’attuale fase di sviluppo della collaborazione troviamo nuove modalità e strumenti di comunicazione, gestione e accesso ai contenuti, alle informazioni e cooperazione che promettono il rapido miglioramento del time to market, un aumento della flessibilità, nonché maggiore efficienza e riduzione dei costi.
Oggi sul mercato delle piattaforme collaborative sono presenti molte e diverse soluzioni tecnologiche, che coprono le molteplici e crescenti esigenze delle organizzazioni. La scelta dello strumento tecnologico più adeguato a centrare gli obiettivi che l’azienda si prefigge rappresenta un punto particolarmente critico, perché si tratta di individuare correttamente i parametri chiave, mettendo in atto un delicato un processo di change management.

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